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Ecco il video dell'educatore Brook Gibbs che mostra concretamente un metodo per arginare un bullo.

Di seguito riporto la trascrizione tradotta del video. 

BUONA VISIONE!


-->https://youtu.be/7oKjW1OIjuw






Da decenni i sociologi studiano il bullismo, chiamandolo comportamento dominante, in pratica gli altri (i bulli) cercano di sovrastare le vittime, un po' come nel regno animale  con i maschi Alfa.  Una volta compreso questo comportamento dominante (in cui il bullo) cerca di  acquistare potere sull'altro, questo ci aiuta a capire cosa fare con un bullo e ci fa capire che cos'è il bullismo.



 


Tutte le esperienze di bullismo si basano su un fattore comune: il bullismo è uno sbilanciamento di potere. Il bullo cerca di avere un potere maggiore rispetto alle vittime, lui vuole vincere e vederle perdere.

[esempio di sbilanciamento di potere]

Il bullo afferma:” Ti odio!” se rispondiamo con la rabbia diremmo: ”Sta' zitto!” il bullo adora tutto questo e rincarerà la dose con: ”MAI!” il dialogo potrebbe continuare con: ”Ti  odio!”  e il bullo rispondere:” Non mi interessa!” e la vittima: “Così mi ferisci”  e il bullo:“ Proprio così, stupido!”

Più vi fate sconvolgere,  più vi arrabbiate, maggiormente lui si diverte.

Ma cosa succede se diventiamo resilienti? Se siamo emotivamente e mentalmente forti? A questo punto non interesserà più quello che dice il bullo e le cose potrebbero andare più o meno così. [(B)ullo (V)ittima]

B: “Ti odio scemo!”

V: “Oh davvero!”

B: “ Puzzi, sei sudicio!”

V: “Grazie per l'informazione”

B: “Sei brutto!”

V:“ Tu invece hai una faccia d'angelo,  guancette d'oro!”

Beh magari non andrà proprio così... ma sarebbe fantastico se voi,  vittime,  decideste di non farvi turbare, di diventare” duri”, di non dare importanza alle parole dei bulli.

Molti mi criticano perché dicono: “Sì, ok una persona deve avere una grande stima di sè per fare quello che dici tu. Deve avere una grande fiducia in se stessa, non è così?”  La mia risposta è no. Se spieghiamo agli studenti che il bullismo non è altro che un gioco di potere e che il modo di vincere è non farsi turbare, il bullo perderà.  E siccome a nessuno piace perdere, vi lascerà soli. Spiegate questo gli studenti.  E’ un metodo molto concreto, niente di astratto, di etereo o di complesso. E’ semplice.  “Tu non mi ferirai Indipendentemente da ciò che dirai.” Non dico che sia facile, ma logicamente è molto semplice.

Mi preme sottolineare che quando parlo di bullismo, mi riferisco a qualcuno che ferisce i vostri sentimenti. Se leggete il “fenomeno bullismo” in questi termini allora la soluzione è semplice.  Ma qualcuno pensa che il bullismo sia qualcosa di più complesso,  annovera il fenomeno del bullismo alla violenza.  Chiarisco subito che se qualcuno vi dà un pugno in faccia, quello non è bullismo, quello è violenza. In questo caso le cose vanno diversamente e non potete utilizzare la stessa tecnica. Non dovete rispondere al pugno con: “Ok , tutto a posto!” questo è un crimine non è bullismo e, in quanto tale, deve essere punito. Se sentite che le vostre vite sono in pericolo dovete essere protetti e chiedere aiuto.



 


Le competenze sociali (social skills) per affrontare il bullismo dovrebbero possedute da tutti perché il bullismo è ovunque. Ho scoperto che quando i ragazzi sono rinforzati a risolvere i propri problemi sociali accadono tre cose:

1) Aumenta la loro autostima;

2 ) Aumenta la fiducia nelle proprie capacità;

3)  Aumenta la loro autoefficacia;

Tre parole che hanno in comune il sé. I ragazzi devono imparare da soli: è solo risolvendo i propri problemi che incrementano la loro autostima, la loro autoefficacia e la fiducia nelle proprie capacità. Questo è quello che dovremmo fare. Le vittime di bullismo hanno il diritto di imparare come far fronte ai propri problemi sociali ed è la direzione verso cui dovremmo andare.



[esempio di bullismo attraverso la tecnica del role playing]

G: “Voglio che tu mi dia dell'idiota. Cercherò di farti smettere. Tu puoi prenderti gioco della mia fronte alta, del mio naso, dei miei vestiti,  se ci riuscirò, avrò vinto io, altrimenti vinci tu.  Chiamami idiota!”

R: “Sei un idiota!”

G: “Cosa hai detto?”

R: ”Sei un idiota!”

G: “Tu sei un’idiota!”

R: “Sei brutto!”

G: “Così mi ci fai rimanere male!”

R: “Come se me ne fregasse qualcosa”

G: “Passerai dei guai”

R: “Sì, sì certo, nanetto!”

G: “Sono più alto di te! State zitti! Chiamami idiota un'altra volta e ti do un pugno in faccia!”

R:”Come se me ne fregasse.  Beh, con quegli abiti puoi fare qualunque cosa!”

G: “Questi vestiti sono fantastici!”

R: “Sì, sì, gilet scozzese!”

G: “Oh bene hai gli occhi per vedermi! Smettila di essere meschina!”

R: “Odio le persone bionde!”

G: “ AAARRRGHH!!  fatele un applauso,  è stata brava!  Ho provato a fermarti, ma non ci sono riuscito, sei stata brava. Adesso lo rifacciamo l'ultima volta con le stesse regole: puoi chiamarmi idiota, non farti fermare da me, ok? Continua ad essere spregevole, ok?[rivolto al pubblico] Pensate che stavolta riesca a fermarla? Ci proverò!

R: “Tu sei un idiota!”

G: “Pensi sia un idiota?”

R: “Sì!”

G: “In effetti a volte faccio cose stupide, è vero!”

R: “Sì, le fai. Fai sempre cose stupide!”

G: “Llo so, sei così intelligente e fortunata!”

R: ”Eh sì lo sono!”

G: ”Sei incredibile!”

R: “Grazie, tu no!”

G: “Eh lo so, l'avevamo già stabilito, no? Sai la mia felicità non si basa sul fatto che tu mi ritenga divertente o meno, sarò felice anche se mi odi.”

R: “Ok!”

G: “E sarò sempre carino con te!”

R “Ok... no!”

G: “Non è adorabile?[ intona la canzone “isn’t she lovely?]

R: “Grazie”

G: “Non c'è di che!”  Ho vinto fatemi un applauso, è stato grandioso


[ traduzione a cura della dott.ssa Alessandra Da Valle]



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